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Roma Eterna. L’origine, il mistero, il destino / parte I

a cura di Federico Fregni (Societas Hesperiana)

Al contrario di quanto possa affermare, laconicamente, un famoso proverbio, Roma nacque in un giorno, il ventunesimo dopo il novilunio di Aprile di duemilasettecentosettantasette anni fa, tramite un antichissimo rituale etrusco-latino durante il quale il sacro solco dell’Urbe veniva tracciato in senso anti-orario dal fondatore augurato, la terra natia dei fondatori veniva sepolta, assieme con offerte votive e primizie, in una fossa consacrata agli Antenati e il primo focolare della nuova entità veniva acceso sopra di essa una volta chiusa.

Questa fondazione rituale avvenne, con buona probabilità,  nella stessa data dei Palilia o Parilia, antica festa pastorale latina, il 21 Aprile dell’antico calendario luni-solare, data meglio nota, oggigiorno, per essere quella della fondazione di Roma da parte di Romolo.

ROMA PRIMA DI ROMA

Erano già presenti nell’area alcuni insediamenti sparsi, fin da tempi immemorabili, che possono parlarci a pieno diritto di una ‘Roma prima di Roma’, e bisognerà aspettare fino alla dinastia dei Tarquini, di origine etrusca, per una Roma dotata di alte mura, acquedotti, fognature e case di pietra, ma l’Urbe, la Roma Quadrata, il cuore pulsante di un Ente divino incarnato in Terra, nacque in quel giorno, e soltanto in quel giorno. Per essa furono previsti dal sacerdozio etrusco-latino originario dodici secoli di esistenza, in quella forma: così Roma prosperò dall’anno della sua fondazione fino al sopraggiungere degli anni bui; prima come città stato italica, poi come guida di una confederazione che si estese in praticamente tutta l’Italia antica, infine come guida di un Impero che non solo unì assieme buona parte delle valenti stirpi Europee, ma che conquistò terre lontane e rinfocolò antichi imperi come quello che fu di Alessandro e l’Egitto dei Faraoni.

TERRITORIO E’ POTENZA

Non furono, però, soltanto le armi e l’ingegno a permettere a Roma questo imperio sul mondo, bensì la Pietas verso gli Dei e gli Avi e la potenza stessa delle genialità del territorio in cui l’Urbe fu costruita; vero e proprio centro sacrale, il territorio dei Sette Colli non fu scelto casualmente dalle antiche migrazioni di popoli, tanto tirreniche quanto indoeuropee, bensì in virtù della sua conformazione geografica, espressione terrena di potenze sovramondane. I Sette Colli, come le sette stelle dell’Orsa guardano verso il Nord, dove si trova il Soratte, montagna sacra, non a caso dedicata alla duplice natura, solare ed oscura, del Dio-Lupo Apollo Sorano; le paludi romane, molto faticosamente domate dall’ingegno dell’uomo, ricche di cacciagione ma anche malsane e pericolose, erano invece espressione della Lupa, generosa quanto spietata immagine dell’umida Terra Madre; Il Palatino, colle della Roma Quadrata, era circondato da infide acque, e appariva, a quei tempi, durante le stagioni piovose, come un’isola che fungeva da rifugio per i pastori e concedeva un’ottima vista sul territorio circostante: esso appariva come la montagna che sorge dalle acque, luogo cercato dagli eroi e dai mistici di moltissime tradizioni e ravveduto in alcuni luoghi particolarmente sacri del mondo; il vicino Campidoglio, sede delle rovine di una delle Roma prima di Roma, nella quale si può evemeristicamente ravvedere il regno di Saturno nel Lazio, era invece misteriosamente connesso al dominio sul territorio circostante e al mistero della regalità.

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