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Il ciclo isteroidale: la ciclicità della storia – Parte II

Le somiglianze tra le filosofie di Socrate e Confucio, due pensatori che vissero in epoche e luoghi molto diversi, sono sorprendenti. Entrambi affrontarono il male e cercarono metodi per dominarlo, focalizzandosi in particolare sulla comprensione delle leggi della vita e sulla conoscenza della natura umana. Cercarono di identificare i valori morali intrinseci all’essere umano e videro la conoscenza e la comprensione come virtù supreme.

CRISI COME REDENZIONE
Nei periodi di crisi, infatti, si assiste alla riscoperta di valori che non solo contrastano il male, ma che portano anche a tempi migliori. L’analisi dettagliata dei fenomeni, resa possibile dal controllo delle emozioni transitorie e dell’egoismo caratteristico di chi è compiaciuto di sé, apre la strada a comportamenti che promuovono il benessere, specialmente in ambiti come la riflessione filosofica, psicologica e morale. Questo processo, se fosse pienamente integrato nel patrimonio culturale dell’umanità, potrebbe offrire una protezione efficace contro le future ere di errore e distorsione.


Tuttavia, la memoria collettiva tende a essere fragile. Quando una persona che ha affrontato difficoltà e prove trova un momento di relativa pace, la sua mente, libera dalle illusioni delle emozioni effimere e dagli atteggiamenti superati, può raggiungere una comprensione oggettiva della realtà, inclusi quegli aspetti che trascendono il linguaggio ordinario. Questo approccio permette di riflettere su un insieme di leggi universali e di comprendere meglio sia la genesi che il significato profondo dei periodi turbolenti.
Infine, i periodi di prosperità e pace tendono a limitare la visione del mondo e ad alimentare l’egoismo, portando le società a cadere in una forma di isteria progressiva, che culmina in fasi di disorientamento e confusione.Questo ciclo, osservato da generazioni, dimostra come le crisi psicologiche e morali si ripetano, influenzando profondamente la storia e l’evoluzione delle società umane.

ISTERIA E REGRESSIONE
Nel corso della storia, il mondo ha sperimentato periodi di intensa isteria collettiva, influenzando profondamente il corso degli eventi globali. Questi momenti, spesso non pienamente riconosciuti per il loro impatto psicologico e sociale, hanno plasmato il tessuto stesso delle nostre società. L’isteria, un termine che evoca immagini di panico irrazionale e comportamento di massa incontrollato, ha radici profonde nella psiche collettiva.
Nell’Europa, questo fenomeno si è manifestato nuovamente quando il mondo multipolare abbandonò totalmente il continente (anni ’90) per inasprirsi sempre di più, dove il pensiero conversivo (il processo di selezionare e sostituire subconsciamente informazioni per evitare la realtà scomoda) domina la nostra vita, causando la distorsione della verità e promuovendo una cultura della menzogna. Oggi, infatti, l’Europa è crollata in una regressione morale senza precedenti e osserviamo con preoccupazione i segni di un’isteria simile che prende piede altrove, in particolare negli Stati Uniti. Il Paese, noto per il suo spirito di indipendenza e innovazione, mostra segni preoccupanti di regressione, con un aumento dell’egocentrismo e una diminuzione della capacità di ragionamento critico.

LE LEZIONI DELLA STORIA
Questo non è un fenomeno isolato. La globalizzazione e l’interconnettività hanno reso le nostre società più intrecciate, con le crisi di un’area che influenzano rapidamente le altre. Le fasi di questi cicli isterici, pur essendo storicamente non sincronizzate tra diverse geografie, ora hanno il potenziale di sovrapporsi e interagire in modi precedentemente inimmaginabili.
La domanda che dobbiamo porci è se possiamo interrompere questo ciclo apparentemente eterno di isteria e progresso, di follia collettiva seguita da illuminazione. La risposta risiede forse nella nostra capacità di apprendere dalla storia e di utilizzare le conoscenze e le tecnologie a nostra disposizione per forgiare una comprensione più profonda della natura umana e delle dinamiche sociali.


Nel nostro “villaggio globale”, l’accesso senza precedenti all’informazione e la capacità di comunicare in tempo reale attraverso i confini possono offrire nuovi modi per contrastare l’isteria collettiva. Tuttavia, ciò richiede un impegno per la verità, un riconoscimento delle nostre vulnerabilità collettive e un impegno per lo sviluppo di una società più consapevole e resiliente. In definitiva, mentre guardiamo al futuro, bisogna chiederci se vale la pena imparare dalle lezioni del passato per creare un mondo che valorizzi la ragione e la comprensione reciproca o affidarci “tradizionalmente” ai cicli di crisi che hanno caratterizzato la nostra storia.

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